25 anni fa la tragica scomparsa di Ulli Maier
di Vittorio Savio
Oggi sono esattamente 25 anni dalla tragica scomparsa in pista della sciatrice austriaca Ulrike "Ulli" Maier, la "mamma volante", e questa sera sarà ricordata alla Night Race di Schladming, dopo il tributo dovuto di domenica a Garmisch.
La 26enne sciatrice salisburghese, due volte oro mondiale in superG (il primo vinto quando era incinta di 3 mesi della figlia), argento in gigante e cinque volte vincitrice in coppa, rimase vittima di una caduta nel corso della discesa libera femminile di Garmisch Partenkirchen, sulla famigerata Kandahar, il 29 gennaio 1994. Nella caduta andò sfortunatamente ad impattare con il casco contro un paletto di legno dove era agganciata una fotocellula per il cronometraggio. L'inchiesta giudiziaria stabilì invece che l'impatto mortale fu precedentemente con un cumulo di neve a bordo pista e per questo le pene furono più lievi per gli organizzatori locali e la Fis.
Ufficialmente il suo decesso avvenne all'ospedale di Murnau, in realtà la morte fu istantanea a seguito della rottura del vertebre cervicali del collo. L'austriaca, con quella traiettoria anomala che portò alla sua caduta, risultò la prima vittima della nuova tecnologia di carvatura degli sci introdotta in quegli anni, dopo che fino ad allora si erano usati gli sci dritti.
Tre anni prima di Garmisch, era il 19 gennaio 1991, ci fu un'altra tragica morte in pista a Wengen: quella del discesista Gernot Reinstadler. Da allora, la sicurezza nella Coppa del mondo di sci è aumentata in modo significativo. Esempi efficaci sono le reti ad alta sicurezza, le corsie blu sulla neve, i caschi migliori e infine l'introduzione degli airbag.
Spesso, però, solo dopo gravi incidenti si è cercato di dare risposte. Le morti in pista non possono essere prevenute nemmeno un quarto di secolo dopo. È passato appena un anno da quando il francese David Poisson e il giovane tedesco Max Burkhart sono morti durante gli allenamenti e in una gara in Canada. Molto resta dunque ancora da fare.
L'allora compagno di Ulli Hubert Schweighofer che quel giorno si trovava al parterre d'arrivo di Garmisch con in braccia la figlia Melanie di 4 anni, nel 1994 subito dopo l'incidente, avvio una azione legale contro la FIS. Successivamente fu concordato un fondo in denaro (600mila franchi svizzeri) a favore della figlia Melanie che oggi ha 29 anni ed è madre lei stessa. Schweighofer oggi ha altri due figli dopo un altro matrimonio, è un pilota in una compagnia aerea e gestisce una scuola di sci a Rauris. Gli allora direttori della FIS Kurt Hoch e Jan Tischhauser furono condannati al risarcimento di piccole somme di denaro. La loro colpa fu ritenuta non così grave secondo la sentenza della corte di giustizia.
Per la cronaca la gara di Garmisch nonostante la tragedia ripartì dopo una lunga pausa e fu vinta dall'azzurra Isolde Kostner, al suo primo successo in carriera.
Ulli Maier oggi riposa nel cimitero della sua città natale, Rauris. La sua tomba è meta di molti appassionati di sci che vanno a deporre un fiori a questa ragazza, che come tutti ricordano era sempre sempre felice e sorridente.
Nella giornata di sabato prossimo l'amministrazione di Rauris nella valle di Pingzau, su paese natale, inaugurerà, sulle piste dove iniziò a sciare Ulli, una pista a lei dedicata: la "Ulli Maier Strecke". Un modo per tenere vivo così il suo ricordo anche alle future generazioni che su quella pista si allenano e gareggiano.