Svindal non avrà più Red Bull sul casco
di Matteo Pavesi
Domenica Aksel Lund Svindal era ospite dei paddock della MotoGP a Spielberg: il campione norvegese ama la velocità e come noto è testimonial di Red Bull. Il rapporto con l'azienda della bevanda energetica continua, ma con alcune precise novità: il logo dei due tori è scomparso dal casco di Aksel, come lo stesso ha fatto notare una decina di giorni fa mettendo gli sci allo Stelvio per la prima volta in questa estate.
Svindal non ha potuto rinnovare il contratto e si è dovuto adeguare alle nuove regole della federazione norvegese, evitando quel braccio di ferro - a tratti molto duro - su cui invece si era imbarcato due anni fa il connazionale Henrik Kristoffersen.
Dopo una vacanza in Sud Corea e un po' di tempo in Svezia con il padre, Svindal è tornato - come detto - ad allenarsi, senza mai forzare il ginocchio, e il prossimo appuntamento con la squadra sarà in Cile.
Eppure Aksel non è ancora sicuro al 100% di poter essere al via la prossima stagione, perchè gli infortuni hanno lasciato il segno sul suo corpo ed ogni anno che passa è più difficile conviverci, e proprio in Cile proverà a capire se può essere ancora competitivo: "per ottenere risultati bisogna essere bene preparati - spiega all'agenzia APA - . Kjetil ( Jansrud) e Aleksander (Kilde) fanno 8 giri per 6 giorni, io riesco a farne 4 per 3, ed è difficile rimanere al livello dei migliori se ti alleni così poco. I dottori mi hanno consigliato di pensare bene all'opportunità di continuare, per via dei problemi alla cartilagine del ginocchio, perchè non posso certo farmi ancora male tanto che dopo non ci sia più niente da fare."
Gi stimoli, la voglia, non mancano: "Sapere che puoi andare al massimo fa la differenza, ma voglio essere sicuro di avere un corpo che funziona al 100% anche dopo la fine della carriera. Mi piacerebbe essere competitivo per Are (nel 2007 ha vinto l'oro in discesa e gigante, NdR), lasciare il segno dodici anni dopo sarebbe bellissimo."
E la vittoria in discesa a Kitz potrebbe diventare una "ossessione" come per Bode Miller? "Le carriere non sono mai perfette, puoi chiederlo anche a Stenmark o Hirscher, ma sì se potessi scegliere la vittoria a Kitz e Are sarebbero il massimo."
E dopo lo sci? Aksel ha le idee chiare, da tempo ha investito in startup, gli piacciono le società piccole e brillanti che fanno cose speciali che le grandi aziende non possono o non riescono a fare, ed ha lanciato la sua linea di abbigliamento "Greater than A" caratterizzata da un processo di produzione sostenibile e "green".