Svindal oro in discesa davanti a Jansrud.Paris 4/o
di Matteo Pavesi
La Jeongseon Downhill consegna ad Aksel Lund Svindal la massima gioia e gloria dell'oro olimpico nella specialità regina, la discesa libera, unica medaglia che mancava ai Giochi nella storia dello sci norvegese.
Svindal consolida la sua leggenda e diventa il primo uomo a vincere un titolo in superg (2010) e in discesa, il più anziano medagliato in discesa a 35 anni e mese, e porta a 4 il suo bottino di medaglie dopo le 3 di Vancouver 2010 (oro in superg, argento in discesa, bronzo in gigante).
Svindal diventa così il primo uomo a vincere 3 ori tra Mondiali (2007, 2013) e Olimpiadi (2018)
L'argento va a Kjetil Jansrud (+0.12) e proprio con lui - connazionale, amico e compagno di mille gare e allenamenti - è stata battaglia sul filo dei centesimi, giocata nelle ultime due curve: al terzo intermedio Kjetil era avanti 43 centesimi, poi 37, poi un errore su un salto riduce al minimo il distacco, che diventa ritardo sul traguardo. Anche per Kjetil è la quarta medaglia olimpica, dopo l'argento in gigante a Vancouver 2010, l'oro in superg e bronzo in discesa a Sochi 2014.
Il tracciato coreano si rivela ideale per i due norvegesi e per le loro caratteristiche, anche se hanno dimostrato di andare forte ovunque.
I 2965 metri di lunghezza della pista si snodano tra salti, gobbe, onde dove è fondamentale la capacità di far correre, e dove piccoli errori diventano grandi distacchi, perchè con poca pendenza non è più possibile recuperare velocità e dunque tempo, cui si aggiunge una neve particolare che non va aggredita.
Chiave della gara olimpica è stato il tratto di 30" tra il terzo e il quarto intermedio dove finisce la parte più tecnica e la pendenza diminuisce e dove bisogna indovinare linee e scorrevolezza sui larghi curvoni.
Mastica amaro lo svizzero Beat Feuz, bronzo a +0.18, vincitore a Wengen e Garmisch e secondo a Kitz: perde 4 decimi nel tratto centrale, dimostra di essere al vertice della specialità ma non abbastanza per l'oro.
Il primo azzurro al traguardo, Dominik Paris, si mette al collo la più classica delle medaglie di legno, un quarto posto a +0.54 (i distacchi, dovuti ad errori e imprecisioni, si alzano velocemente) che lascia un po' di amaro in bocca al carabiniere della Val d'Ultimo.
Dominik, partito con il #3, aveva il secondo tempo assoluto a metà gara, ma con 26 centesimi di vantaggio su Svindal, e anche lui accusa tanto - 6 decimi - nel tratto centrale.
Buona gara anche per Peter Fill 6/o a +0.83, mentre Christof Innerhofer (pettorale #18) non trova le sensazioni delle prove e scivola indietro 17/o a +1.98, ed Emanuele Buzzi chiude il quartetto con il 22/o tempo a +2.59.
Tra Parsi e Fill si infila il vincitore di Kitz Thomas Dressen, poi a chiudere la top10 ci sono Vincent Kriechmayr 7/o a +0.94 e primo degli austriaci, in una giornata 'tragica' per i biancorossi, poi 8/o il francese Brice Roger a +1.14, 9/o il campione olimpico di Sochi Matthias Mayer a +1.21 e infine Andreas Sander 10/o a +1.37.
Appuntamento a venerdì con il superg maschile.