Carlsson: Vogliamo una Coppa sempre più attraente
di Matteo Pavesi
Niklas Carlsson, presidente del comitato per la coppa del mondo di sci alpino, torna a parlare del futuro del Circo Bianco dalle pagine del sito federale.
Cosa ti ha spinto a ripensare a come dovrebbe essere il circuito di Coppa?
Molte federazioni sportive si sono sedute sul loro prodotto, ma possiamo chiaramente vedere come l'ambiente sta cambiando, così come i media e dobbiamo adattarci. Abbiamo aggiunto sempre più cose nuove alla Coppa, ma è il momento di valutare quel che è stato fatto. Va bene? Si può fare meglio? Come possiamo attrarre più atleti e più pubblico in TV? All'inizio si pensava ci fosse spazio per migliorare e da allora - circa tre anni fa - ci siamo ripetuti che vogliamo cambiare, crescere, ma capire cosa fare e come farlo richiede tempo.
I cambiamenti possono spaventare, specialmente in una struttura grande e tradizionalista come la FIS. Che reazioni ci sono state a fronte delle proposte di cambiamento?
Generalmente positive. Ero preoccupato che qualcuno potesse spaventarsi ma passo dopo passo penso che sia stato preparato il terreno e le persone hanno capito perchè si debba cambiare. Sento che stiamo lavorando insieme e finora devo dire di non aver ricevuto troppe reazioni negative. Sappiamo che ci saranno tempi difficili, dove bisognerà cercare insieme le soluzioni. Per esempio sulle quote per nazioni e sul numero dei partenti. Ci sono due strade: o riduciamo il numero dei partecipanti o dobbiamo trovare dei formati che permettano di avere un maggior numero di partenti. Credo che una soluzione per migliorare il prodotto sia usare la creatività per pensare a come organizziamo le gare.
Alcuni passi concreti sono stati fatti nella prima bozza del calendario 2020/2021. Come proseguirà questa evoluzione?
Continueremo su questa strada. Le discussioni fatte nel sottocomitato alpino a Portoroz sono state importanti perchè per la prima volta abbiamo potuto verificare cosa pensa la gente e vedere come reagisce di fronte ad alcune idee. La mia esperienza è stata positiva. Penso che tutti vedano che c'è bisogno di un cambiamento, per cui possiamo andare avanti passo dopo passo. Finora abbiamo messo dei paletti e dato la direzione, ma ora presenteremo cose concrete che vogliamo cambiare per raggiungere gli obiettivi, con il sostegno del sottocomitato. Mi sento più sicuro sicuro di essere sulla strada giusta e che possiamo spingere per cambiare e mostrare quello in cui crediamo. Non vogliamo cambiare lo sport, ma rafforzare le cose che vanno bene e aumentare gli sforzi dove servono.
Hai parlato di evoluzione non rivoluzione. Non hai paura che possa volerci troppo tempo per implementare questi cambiamenti?
No, e se guardi a quel che abbiamo ottenuto in questi ultimi anni non sono troppo preoccupato che ci voglia troppo tempo dentro la FIS. Ma certo il pubblico, che siano sciatori o chi ci segue sui media, vuole vedere le cose muoversi. Però è un processo complesso, e abbiamo bisogno che tutti remino dalla stessa parte per avere i risultati migliori. E' meglio metterci un po' di più e fare le cose bene che correre e farle male.
Una volta hai detto che la CdM è fatta di persone appassionate. Questo tuo coinvolgimento è il tuo modo di dimostrare la tua passione per lo sci alpino?
Certamente. Sciare è uno sport bello e spero davvero che alle persone piaccia praticarlo e vederlo. Nei comitati siamo tutti sciatori appassionati ed è per questo che a volte può essere difficile cambiare qualcosa perchè la passione, il coinvolgimento, le emozioni sono così forti. E' una cosa fantastica ed è una sfida, ma è bello vedere che alle persone interessa molto. La passione è una delle risorse più importanti che abbiamo.