Addio a Jean Vuarnet, grande discesista
di Matteo Pavesi
E' morto nella notte tra domenica e lunedì, proprio nei primissimi giorni di questo 2017: un ictus a 83 anni (quasi 84) ha portato via il francese Jean Vuarnet, campione olimpico di discesa libera nel 1960, pioniere dello sci agonistico non solo francese.
Nato a Tunisi (allora protettorato francese) il 18 gennaio 1933 e cresciuto a Morzine, nel 1960 si trovava a Squaw Valley per le Olimpiadi, e vinse l'oro nella disciplina regina, anche grazie alla posizione aerodinamica 'a uovo' che lui stesso aveva perfezionato nel tempo.
Oggi sembra scontato, ma è stato Vuarnet a lavorare a lungo su quella posizione con le braccia avanzate e il busto ben parallelo al terreno. Fu anche tra i primissimi ad usare sci di metallo.
Chiusa la carriera agonistica fondò una marca di occhiali, nata dalla collaborazione con gli ottici francesi Roger Pouilloux e Joseph Hatchiguian, anche grazie alle sperimentazioni effettuate quando era atleta.
E' stato coach dei francesi dal 1962 al 1968, poi lavorò per la federsci italiana, fino al 1972. Sotto il suo mandato, insieme con Mario Cotelli che poi lo sostituì, organizzò la spedizione olimpico azzurra di Sapporo, dove Gustav Thoeni vinse l'oro in gigante e l'argento in slalom.
Dopo l'Olimpiade Vuarnet tornò in Francia e divenne vicepresidente di quella federazione.
Fu anche tra i promotori di Avoriaz, una stagione sciistica al confine tra Francia e Svizzera.
Nel 1995 la sua esistenza venne sconvolta dal suicidio della moglie e del figlio minore, vittime di un suicidio collettivo che coinvolse 16 adepti della setta del Tempio Solare.
Edith Bonlieu, sua moglie, era stata nazionale francese di sci mentre suo fratello Francois fu olimpionico di gigante a Innsbruck '64 e morì in circostanze non chiare.
Nel 2010, in occasione del 50/esimo della medaglia d'oro, Morzine gli ha dedicato una scultura.
Lo scorso febbraio, a Chamonix, accettò di presenziare alla cerimonia per festeggiare i 10 anni dal titolo olimpico di Antoine Deneriaz, durante la tappa di Coppa del Mondo.
"Lo sci francese perde una leggenda - commenta proprio Deneriaz, nelle parole raccolte da SkiChrono - è stato un po' il nostro padre spirituale, un visionario che ha dato tantissimo allo sci francese sia durante la carriera che dopo. Ha lasciato una grande traccia nel nostro sport. E' qualcuno a cui vorrei assomigliare. E' stato presente lo scorso anno per i 10 anni della mia medaglia, per me la sua sola presenza è stata un'enorme onore."