Blardone riporta sul podio l'Italia dopo 3 anni
di Vittorio Savio
Il terzo posto di Max Blardone ha un sapore speciale per l'ossolano, ma anche per tutto il clan azzurro. Sulle nevi primaverili di Naeba l'Italia ritrova il podio dopo un lungo digiuno durato ben tre anni, da Beaver Creek dicembre 2012 con Davide Simoncelli.
Per il 36enne finanziere azzurro il 25esimo podio in carriera ha un sapore speciale nella stagione dove sulla Gran Risa, la pista dei suoi successi più belli, ha annunciato il ritiro. Il neo papà insieme alla moglie Simona di una bimba, Ginevra nata il 7 gennaio, e già papà di Alessandro, non ha nascosto le lacrime al momento della premiazione pensando ai sacrifici fatti in tutti questi anni, ma soprattutto in queste ultime due stagioni dove molti lo davano ormai per finito. Max aveva rischiato nelle ultime stagioni di uscire dai top30 della specialità e di finire per pochi punti Fis nei bassifondi delle start-list, lui che comunque era stato l'ultimo azzurro a vincere in coppa tra le porte di un gigante e vanta ben 7 vittorie in coppa, l'ultima quella di Crans Montana del febbraio 2012. Ha pesato su di lui anche l'esclusione dalle finali di coppa dello scorso anno a Meribel, ma soprattutto la mancata convocazione ai Mondiali di Vail-Beaver Creek, dopo 9 partecipazioni, dello scorso febbraio. Il Max però non si è arreso e con impegno e professionalità si è rimboccato le maniche presentandosi al cancelletto di coppa anche quest'anno, con la stessa voglia di fare di un novellino e raccogliendo anche un sesto posto - il migliore degli azzurri - nel parallelo di Alta Badia.
"E' stato davvero qualcosa di eccezionale - ha dichiarato ai microfoni della Rai intervistato telefonicamente da Ivana Vaccari - me lo sentivo che stavo sciando bene da alcuni giorni e i riscontri cronometrici erano buoni. Con la pista ho avuto subito un ottimo feeling, ci ho voluto provare. Le condizioni erano difficili perchè la neve era molle e le temperature miti non aiutavano, ma io ho spinto dalla prima porta all'ultima".
A 36 anni, 2 mesi e 18 giorni, l'azzurro - che diventa il più anziano italiano a podio battendo Patrick Thaler - guarda indietro al suo primo podio, quel 2/o posto del 2004 a Flachau sulle nevi del campione Hermann Mayer, e all'ultimo con la vittoria di Crans Montana del febbraio 2012, e il groppo in gola si fa sentire. "Fare risultato a 37 anni e con famiglia non è facile. Abbiamo lavorato tanto, ci ho creduto io, la mia famiglia e tutto lo staff. Tante energie per tirar fuori qualcosa di bello e straordinario e siamo stati premiati. Ringrazio per questo tutti quelli che hanno lavorato con me: i tecnici, lo skiman e la Elan, il mio marchio di sci. Ma la dedica speciale è per mio figlio Alessandro: erano tanti alcuni anni che speravo di poter dedicare un grande risultato anche a lui. Sono felicissimo, ho pianto oggi anche pensando a loro che erano lontano. Ora è arrivata anche una bimba e lo dedico anche a lei e naturalmente a Simona, perchè i sacrifici non sono solo miei, ma anche di tutti".
Ora qualcuno guarda al futuro dell'ossolano prevedendo forse qualche ripensamento dopo questo risultato. Lui non conferma, ma non smentisce la decisione presa lo scorso dicembre in Alta Badia. "Mah, ancora di più nonostante gli anni ho preso consapevolezza che posso fare buoni risultati - spiega max - anche in questa stagione e poi chissà...se arriverà qualche altro podio saremo tutti felici. E' cambiato soprattutto l'atteggiamento mentale".