Coppa del Gobbo - Inner, l'hai fatta grossa!
di Carlo Gobbo
Mi era già capitato altre volte di avere una strana sensazione al risveglio, nulla di particolare, nessun segno premonitore speciale...solo un senso strano dentro la testa...come di un qualcosa che stesse per avvicinarsi e che mi avrebbe scombussolato un po'! Mentre mi stavo vestendo non pensavo alla gara, sapevo che avrei potuto fare bene perchè ieri, nell'ultima prova, mi ero divertito un casino...sentivo gli sci volare che era un piacere e non mi importava troppo cercare dei riferimenti, tanto sapevo che ne avrei fatto a meno!
In genere memorizzo sempre qualche punto particolare...questa volta non ne sentivo il bisogno. Quando ero partito per i mondiali di Garmisch avevo salutato mamma e papà con la convinzione che avrei portato a casa qualche cosa di bello...ed ero stupito di avvertire questi segnali perchè non stavo bene, non mi sentivo in forma, ma guardando le mie montagne, prima di salire in macchina, mi ero ritrovato a sussurrare "Mia cara Gais, ti farò conoscere in tutto il mondo!" Non avevo la minima idea di ciò che sarebbe accaduto ed ancor oggi, quando leggo le cronache di Winnerhofer i pensieri volano in un'unica direzione...a quella premonizione!
Intanto cerco nello zaino guanti, occhiali, fazzolettini perchè il naso mi cola da alcuni giorni, e il portafortuna di Martina...non si sa mai! La pista è ghiacciata e bisognerà stare bene in campana!
Ai giochi di Sochi ero andato senza troppe pretese, a Vancouver ero stato molto deluso, ma poi erano giunte le medaglie di Garmisch ed ero convinto che la mia storia agonistica si fosse conclusa...ancora qualche podio...magari una vittoria...ma ero già contento così! Sochi non mi entusiasmava e ne avevo parlato con i ragazzi del mio Fan Club, prima di partire. "Non fare il testone...mi avevano detto...noi di Gais abbiamo la testa più dura dei caproni che sono il nostro simbolo!" Nel viaggio in pullman che mi portava alle gare quelle parole mi erano ritornate in mente e nella notte che precedette la discesa mi erano apparsi più volte le immagini delle grosse corna di caprone che sventolano sugli stendardi del mio fan Club! Di nuovo quella sensazione, quel sentirsi improvvisamente libero dagli affanni, quasi indifferente a quei brividi che da lì a poco mi avrebbero avvinto...Non ricordo nulla della partenza, delle urla dei tecnici...dei salti...delle curve...del profumo di una neve che l'aria del mare mi stava facendo amica. Oggi guardo quella medaglia d'argento e mi tremano le mani, dopo Colò e Plank ci sono io nella storia della discesa olimpica italiana. Quando stavo per salire sul podio della combinata mi sono ritrovato a fare una capriola, roba da spaccarmi la schiena...come se già non avessi avuto dei problemi! Ed ancora il vento mi abbracciava con parole e pensieri lontani e misteriosi!
Oggi ho il pettorale numero tre...non mi dispiace...posso trovare una pista ancora intonsa e andarmi a cercare le linee che mi divertono di più! La pista è strana, molto diversa dallo scorso anno, ma a me viene in mente solo la Stelvio...un tracciato da brivido dove ho vinto la mia prima gara di Coppa del Mondo! Ci ho pensato parecchio in questi giorni...così in maniera un po' scaramantica, magari per darmi un po' di morale! In fin dei conti sto andando abbastanza bene e non dispiacerebbe finire l'anno con un buon piazzamento. Non avevo dato troppo credito a quei pensieri che erano tornati a farmi visita nella testolina, anche perchè questa volta sapevo che in pista avrei dovuto tenere gli occhi ben aperti e la testa in bolla! Già!
Esco dal cancelletto.....SECONDA PARTE