La leggendaria discesa sulla Streif
di Matteo Pavesi
Quando Alberto Tomba vinse il doppio oro olimpico a Calgary nel 1988 iniziai a seguire con passione la Coppa del Mondo, la Streif era già una leggenda e io non lo sapevo.
Ma presto avrei avuto modo di conoscerne il mito, seguendo anno dopo anno, gara dopo gara, questo classicissimo appuntamento del Circo Bianco.
Tutto a Kitzbuehel e sulla Streif contribuisce ad alimentare la leggenda: una splendida località nel cuore delle Alpi, in Tirolo, nel cuore dell'unica nazione al mondo in cui lo sci è sport nazionale; un tracciato ripido e difficilissimo, un susseguirsi di passaggi tecnici e spettacolari i cui nomi "Mausefalle", "Steilhang", "Hausbergkante" suonano epici alle orecchie degli appassionati, grazie alle inquadrature televisive e grazie agli spettacolari, e purtroppo a volte tragici, incidenti...
Un mito suffragato dalle persone, dalle decine di migliaia di spettatori che si affollano lungopista, dai VIP che non mancano mai di presentarsi al parterre, da generazioni di telecronisti sportivi che hanno innalzato lodi alla Streif, e di tecnici, commentatori, direttori sportivi, addetti ai lavori...
E poi naturalmente dagli atleti, quelli che vanno davvero in pista, quelli che hanno il fegato, la grinta e l'incoscienza di presentarsi al cancelletto..."Vincere a Kitz è come, anzi meglio, di vincere un oro.." quante volte abbiamo sentito questa frase, da parte di chi ha vinto ma anche di chi lo ha solo sognato...Al vincitore si offre un pacchetto irrinunciabile: il proprio nome nell'albo d'oro dell'Hahnenkamm (e su una gondola dell'ovovia Hahnenkammbahn), lo gloria perenne presso il pubblico austriaco e il rispetto dei colleghi e, non meno importante un sostanzioso assegno, il più ricco del circuito.
Quando arrivi ai 1665m di quota del cancelletto sai che dovrai percorrere fino in fondo, e bene, gli oltre 3km di tracciato per arrivare al parterre, a quota 805. Dal cancelletto lo 'Startschuss' porta in diagonale verso la 'Mausefalle', la 'trappola per topi', una voragine dove si salta fino a 80 metri con una pendenza dell'85%, subito dopo si piega verso sinistra per affrontare un passaggio difficile e determinante, la 'Steilhang' una sequenza di curve destra-sinistra-destra in contropendenza da tirare alla perfezione e con i giusti tempismi, sfiorando le reti di protezione e portando la massima velocità di ingresso per i successivi tratti il "Bruckenschuss" e il "GSchoss", una lunga sezione piana di puro scorrimento, dove contano sensibilità, materiali e, naturalmente, la velocità di ingresso.
Dopo la stradina si arriva all'"Alte Schneise", una picchiata con curva finale (superando la partenza del superg) che porta al salto Seidlalm, che segna metà percorso. Le gambe bruciano sul Larchenschuss, da fare in diagonale a oltre 100km/h, bisogna poi impostare al meglio la traiettoria sull'Oberhausberg. Quando la stanchezza è massima e la lucidità è ormai ridotta, si arriva ad un altro punto-chiave, determinante per il tempo finale: l'Hausbergkante. Dopo lo spettacolare salto gli atleti devono indovinare il momento giusto per percorrere la ripida traversa (Querfahrt) con pendenza a sfavore, fondamentale per mantenere la velocità nel tratto finale, lo Zielschuss, dove si raggiungono i 140 km/h e dopo ci si presenta sul traguardo non senza un ultimo salto, oggi notevolmente ridotto rispetto al passato.
La Streif non sarebbe la Streif senza le analisi degli ultimi giorni sullo stato della neve, del fondo pista, del terreno; senza le polemiche, senza gli incidenti, tanti, tantissimi: ....SECONDA PARTE