Wengen: Miller apripista, Theaux arrabbiato
di Matteo Pavesi
Non ha corso, ma allo stesso tempo non ha saputo resistere alla tentazione di essere in pista: Bode Miller trova sempre il modo di farsi vedere, di essere al centro dell'attenzione. Dopo aver rinunciato a correre in superk e in discesa, ha dapprima chiesto e ottenuto di poter scendere venerdì al termine della manche di discesa, mentre domenica mattina si è lanciato sul Lauberhorn prima degli apripista, munito di due telecamere GoPro, una sul petto e una sugli scarponi, grazie alle quale gli spettatori di Universal Sport Network hanno potuto godere di una particole ripresa point-of-view.
Così, in un modo o nell'altro, Bode ha messo un po' di chilometri di gara nelle gambe, prima di partire per Kitz, dove sicuramente parteciperà alle prove, per poi decidere se presentarsi al cancelletto...
"Sfortunatamente non ho potuto fare una preparazione normale, ma mi devo accontentare - dichiara al magazine skiracing.com - Credo di star facendo bene, ma sono pronto a fermarmi se non mi sentissi pronto, non voglio correre il rischio di farmi davvero male..."
Come noto Miller non ha mai vinto a Kitz e farebbe carte false per domare la Streif, ma allo stesso tempo vuole recuperare al meglio per giocarsi il 101% a Beaver Creek, nei Mondiali di casa, una gara che potrebbe anche essere il canto del cigno, l'ultima della carriera.
Rimaniamo sul Lauberhorn per parlare di bandiere gialle, interruzioni e ritorni in partenza: vista la lunghezza del tracciato elvetico, 4422m, a Wengen capita più spesso che in altre località che un atleta venga interrotto durante la discesa, tramite bandiera gialla esposta dai commissari, che valutano quando fermare la gara in caso di caduta e soccorso ad un atleta, o per sistemare un palo o una rete...
Domenica mattina Adrien Theaux, pettorale n.10, è stato fermato perchè era necessario ripristinare i pali dopo la caduta del canadese Manuel Osborne-Paradis nel tratto finale. Vista la bandiera gialla, Adrien si è subito fermato, ed ha raggiunto nuovamente la casetta di partenza. Nel frattempo però la gara era stata a lungo interrotta per un malfunzionamento del sistema radio dei giudici, dopo la discesa dell'americano Ganong, n.22, e dunque Theaux ha dovuto aspettare il 'pista libera'. Alla ripresa è sceso un apripista, come prevede il regolamento, poi la giuria ha fatto rifare la prova a Theaux, e poi la gara è ripresa seguendo la regolare startlist, ovvero con l'azzurro Silvano Varettoni, n.23.
Al cancelletto Theaux era visibilmente arrabbiato, in evidente disaccordo con la decisione della giuria di gara. Giunto al parterre il magazine transalpino SkiChrono ha raccolto una sua dichiarazione: "Mentre scendevo mi hanno fermato. Giusto, la sicurezza prima di tutto. Sono tornato in partenza, poi ci sono state le pause. Quel che mi ha fatto arrabbiare è che secondo regolamento è possibile scegliere quando ripartire, mentre la giuria mi ha obbligato a partire prima del 23. Non ne hanno voluto sapere, ma avevo ancora le gambe doloranti..."
Secondo il regolamento, al punto 623.1.3, quando un atleta vede la bandiera gialla deve fermarsi immediatamente, e ha il diritto di ripetere la prova se la giuria valuta che sia possibile farlo da un punto di vista logistico e organizzativo e comunque deve ri-scendere prima dell'ultimo atleta in startlist. Normalmente quando accade qualcosa del genere, l'atleta torna in partenza e, appena pronto, si inserisce in gara. In questo caso, essendoci una lunghissima pausa, appare scontato che Theaux sarebbe dovuto essere il primo dei partenti, e certamente non crediamo che possa 'decidere' quando partire.