Pechino favorita per le Olimpiadi 2022
di Matteo Pavesi
Torniamo a parlare di Olimpiadi, perché la rinuncia di pochi giorni fa di Oslo ha un significato molto forte, ed apre scenari forse inattesi. Il prossimo 31 luglio 2015 a Kuala Lumpur, in Malesia, il CIO sceglierà la sede per i Giochi Olimpici 2022, ma non c'è bisogno di attendere quel giorno per sottolineare come Pechino è favoritissima per l'assegnazione, e sarebbe storica perché per la prima volta una città organizzerebbe i giochi Invernali dopo aver organizzato quelli estivi.
Avrebbero potuto realizzare l'impresa anche Barcellona e Monaco, che però hanno rinunciato strada facendo, così come Stoccolma, Leopoli e Cracovia.
In lizza rimangono dunque solo due città asiatiche: Almaty in Kazakistan e Pechino in Cina. La massima competizione mondiale degli sport di neve e ghiaccio rimarranno quindi sulle montagne asiatiche, per la terza volta consecutiva (mai accaduto prima) dopo Sochi 2014 e Pyongchang in Corea del Sud che le ospiterà nel 2018. E con Tokyo 2020 (Olimpiadi Estive) l'Asia continuerà ad essere protagonista.
Dopo la rinuncia di Oslo, candidata "ideale" del Vecchio Continente, il CIO ha sottolineato, per bocca del presidente Thomas Bach, che il processo di selezione non cambierà, non saranno invitati altri candidati e si continuerà il processo già pianificato.
Come è noto nè Cina nè Kazakistan hanno una grande tradizione negli sport invernali nè a livello di atleti e quindi risultati sportivi, nè a livello di resort e impianti.
Per quanto riguarda lo sci alpino in Kazakistan si correrebbe a Shymbulak, località a 25km a sud di Almaty, ad una altitudine di 2200 metri; in questo momento sono in funzione tre impianti che portano fino a 3200m di quota.
Pechino distribuirebbe le gare in una area immensa: lo sci alpino nella zona di Yanqing, a 94km nordovest della capitale, le discipline nordiche, il freestyle e lo snowboard a Zhangjiakou, a ben 243km di distanza.
In questo momento siamo nella "fase 2" del processo formale di assegnazione: entro il 7 gennaio 2015 i candidati dovranno inviare al CIO la presentazione del fascicolo di candidatura e le garanzie; tra febbraio e marzo 2015 la commissione del CIO svolgerà dei sopralluoghi nelle città candidate; tra maggio e giugno 2015 la commissione e le città relazioneranno i membri del CIO; infine, come detto, il 31 luglio 2015 avverrà l'assegnazione ufficiale dei XXIV Giochi Olimpici Invernali.
Pechino favorita, dicevamo, e non è difficile crederlo: i cinesi sono più forti economicamente, e possono vantare la buona riuscita dell'Olimpiade estiva 2008. E inoltre il Comitato Olimpico aveva già assentato alcuni "voti" indicativi alle diverse voci dell'organizzazione e Oslo era decisamente in vantaggio, seconda Pechino (insufficienze alle voci "ambiente e meteo", "concetto e sede" e "trasporti") e terza Almaty, con 9 categorie insufficienti.
Non è la prima volta che rimangono due soli candidati: nel 1988 Seul vinse su Nagoya (Giappone), nel 1980 Lake Placid superò Vancouver.
Infine è evidente che alla base di tutto ci sia il discorso economico, l'enorme quantità di denaro necessario per organizzare i Giochi spaventa qualunque candidato, in particolare in Europa. Se per Torino 2006 sono stati spesi 1.5-2 miliardi di euro, e per Vancouver 2010 circa 8/9, a Sochi 2014 si è raggiunto il mostruoso budget di 51 miliardi di dollari, la manifestazione olimpica più costosa di sempre.
Certo a Sochi era necessario costruire praticamente tutto, mentre ad Oslo sarebbero bastati interventi mirati, e comunque nettamente più contenuti. Ma anche il CIO fa la sua parte, con una serie di richieste e di garanzie che fanno tremare i polsi a chiunque...non a Pechino, evidentemente.