Il DT Rinaldi spiega la preparazione azzurra
a cura della redazione
(da fisi.org) Il leit motiv tecnico in vista della nuova stagione gravita intorno a due punti cardine: elevata interscambiabilità fra le squadre e molta attenzione nella preparazione delle gare. E' quanto emerge da questa estate di lavoro sui ghiacciai delle Nazionali di sci alpino ed è quanto conferma il Direttore sportivo Massimo Rinaldi: "All'interno delle squadre c'è un continuo interscambio - dice Rinaldi - gli atleti della squadra C e B hanno la possibilità di sciare sui tracciati della squadra A o su tracciati affiancati e questo risulta essere un grande traino motivazionale e tecnico per i più giovani. E' una linea ben precisa che abbiamo adottato e che, in qualche occasione, coinvolge anche il settore femminile".
Ci sarà lo stage in Argentina, come ogni anno, anche se quest'anno gli slalomisti non vi prenderanno parte. "In questo caso la scelta è stata quella di lasciare loro molta libertà sui ghiacciai europei. Stanno tornando da Landgraaf e saranno per due volte a Saas Fee. Ma la cosa veramente nuova - prosegue Rinaldi - è che faranno 8 giorni di allenamento in Scandinavia prima dello slalom di Levi , cosa che non hanno mai fatto prima. Servirà ad adattarsi alla luce e alla neve che in quelle latitudini è completamente diversa dalla nostra. Tedeschi, Svedesi e Austriaci lo fanno già da qualche anno, adesso ci saremo anche noi".
Si prolungherà poi il raduno di inizio novembre a Copper Mountain che ha dimostrato di essere fondamentale per affrontare al meglio la tournée americana..."Il 5 novembre partiranno tutti io discesisti più De Aliprandini che ha dimostrato di avere doti da supergigantista e faranno almeno due settimane in Nord America. Il 17 toccherà al gruppo di Ghezze al quale si aggregheranno Fanchini, Brignone e Bassino che saranno a Vail".
Anche l'appuntamento clou della stagione, il Mondiale di Vail-Beaver Creek dovrà essere preparato ad arte: "I selezionati andranno in America almeno 7-9 giorni prima delle gare, sia per smaltire il jet-leg, sia per riabituarsi al tipo di neve - conclude Rinaldi".