Sochi 2014: Avrebbero voluto...ma non ci sono!
di Matteo Pavesi
Ci siamo: con le prime prove cronometrate sono cominciate oggi le XXII Olimpiadi Invernali per lo sci alpino.
I protagonisti più attesi, quelli in vetta alle classifiche di CdM, sono già arrivati sul Mar Nero o ci arriveranno nei prossimi giorni a seconda delle discipline in cui gareggeranno.
C'è però una squadra internazionale che non vedremo gareggiare, ma che avrebbe avuto più di una possibilità di medaglia: è la squadra degli infortunati! Un manipolo di atleti che, prima ancora che iniziasse la stagione o all'ultimo momento, hanno visto spezzarsi il Sogno Olimpico, per questa edizione e in alcuni casi per sempre.
La portabandiera del gruppo è certamente Lindsey Vonn, la campionessa americana vincitrice di 4 Sfere di Cristallo, 2 medaglie Olimpiche e 5 Mondiali. Gli ultimi 12 mesi di Lindsey, dal superg di Schladming a oggi, sono stati intensi, faticosi e poco felici: l'infortunio nella gara Mondiale le è costato l'evento iridato e il finale di stagione; poi una lunga e tenace riabilitazione e il ritorno a Lake Louise, alla ricerca della forma giusta per Sochi. Poi a St.Moritz, poco prima di Natale, il ginocchio cede nuovamente, l'operazione è inevitabile, arriva l'annuncio ufficiale dell'addio a Sochi.
Nell'ipotetico quartetto misto delle prove veloci, insieme a Lindsey Vonn, schieriamo la francese Marion Rolland, oro Mondiale in libera, che a metà settembre ha dovuto dire addio alla stagione rompendo i crociati del ginocchio destro.
Terzo pettorale per Hannes Reichelt, passato in 48h dalla gioia immensa di aver vinto a Kitz sulla leggendaria Streif, davanti al pubblico di casa, al dolore di un'ernia e di un sogno olimpico che va in frantumi.
Chiudiamo con il finlandese Andreas Romar, un 7/o e un 8/o posto nella scorsa stagione e una stagione persa durante le prove cronometrate della prima libera stagionale a Lake Louise.
Passiamo alle discipline tecniche, dove troviamo un'altra campionessa del mondo ferma ai box: parliamo della francese Tessa Worley, oro in gigante a Schladming, infortunata ai legamenti del ginocchio destro a Courchevel, due giorni dopo aver vinto il gigante di St.Moritz.
Insieme a lei schieriamo la slalomista slovacca Veronika Zuzulova, ora signora Velez, 3/a in classifica di specialità nella stagione scorsa. Ad inizio ottobre, in allenamento a Hintertux, si era lesionata il crociato anteriore del ginocchio sinistro: operazione inizialmente rimandata ma poi divenuta necessaria.
Per gli ultimi due pettorali ci sono diversi atleti in lizza, scegliamo lo svedese Jens Byggmark, infortunatosi in allenamento già a settembre, e la nostra Irene Curtoni, che dopo una splendida stagione 2012 ha avuto un leggero calo nel 2013 per poi doversi fermare del tutto in quella in corso, a causa di continui problemi alla schiena.
La squadra degli infortunati può contare su nomi di grosso calibro, ma anche la squadra degli esclusi si difende bene: sono gli atleti che, per abbondanza o per scelta tecnica, non sono stati convocati dalle rispettive federazioni, pur avendo conquistato qualche risultato interessante.
Tra le prove veloci schieriamo certamente Andrea Fischbacher, l'unica medaglia d'oro di Vancouver 2010 in attività che non difenderà il titolo a Sochi. Rimane a casa pur avendo un 8/o e un 10/o posto. Con lei schieriamo Matteo Marsaglia, vittima di una stagione balorda, e ancora una azzurra, Hanna Schnarf. Completiamo il quartetto con Stefanie Moser, 7/a a Lake Louise.
Per le tecniche scegliamo altri due azzurri: Max Blardone, per stagioni e stagioni il nostro miglior gigantista, e Manuela Moelgg. Gli ultimi due pettorali vanno a Nathalie Eklund, autrice di una buona stagione ma vittima dell'alta concorrenza in seno alla squadra svedese, e il francese Victor Muffat-Jeandet, 22/o in classifica di gigante.