Corea del Nord:si lavora veloci nel comprensorio
di Matteo Pavesi
Sembrava che a fine agosto il progetto del megacomprensorio sciistico nordcoreano denominato "Masik Pass Skiing Ground" avesse subito una battuta d'arresto: il governo Svizzero aveva bloccato le forniture del materiale necessario, a causa di un embargo imposto dalle Nazioni Unite.
Ma come riporta Associated Press, unica agenzia occidentale accreditata nel regime asiatico, i lavori sono proseguiti, ed anzi procedono rapidamente grazie allo sfruttamento dei militari. Centinaia forse migliaia di soldati in uniforme lavorano sulle piste o spostano blocchi di cemento circondati da altoparlanti che mandano incessantemente canzoni patriottiche e slogan motivazionali.
Non poteva essere diversamente visto che il dittatore Kim Jong-un ha gentilmente chiesto che sia tutto pronto per la prossima stagione, e nessuno vuole provare l'esperienza di trasgredire ad un suo ordine.
Nella foto AP che pubblichiamo si vede un grande cartellone posizionato proprio nella zona di arrivo di una pista da sci, per spronare i lavoratori: "finiamo assolutamente di costruire il Masik Pass Ski Resort entro quest'anno"
Il segretario generale della federsci (!!!) della Corea del Nord Kim Tae Yong è convinto che alla fine dei 10 mesi di furioso lavoro il mondo potrà vedere quanto sia civile a culturalmente avanzato il suo paese.
Sono in costruzione piste da sci, hotel, piste per bob oltre alle strade necessarie per arrivarci.
Nonostante Kim Jong-Un sia un patito di sci, passione nata durante i suoi anni di studi in Svizzera, le stime ufficiali dicono che in Corea del Nord ci sono appena 5.500 sciatori su una popolazione di 24 milioni, ovvero lo 0.02 percento.
In realtà il vero motivo per cui il trentenne dittatore nordcoreano ha iniziato questo faraonico progetto è per non essere da meno degli odiati cugini del sud, che nel 2018 organizzeranno le Olimpiadi Invernali.