Sochi 2014: tanti i dubbi a 250 giorni dal via
di Matteo Pavesi
Mancano 249 giorni alla cerimonia d'apertura dei XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi, e l'argomento sta diventando sempre più caldo nei media specializzati di tutto il mondo.
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato della presentazione delle medaglie olimpiche, ma a dispetto delle rassicurazioni del Comitato Organizzatore, sempre più dubbi si stanno addensando sui giochi russi.
Cominciamo coi dubbi legati al meteo: fin dall'annuncio dell'assegnazione alla città del Mar Nero in molti hanno sottolineato l'imprevedibilità del meteo di quella zona, nonchè la alte temperature, da cui deriva la seria possibilità che possa mancare l'elemento essenziale, la neve. Ecco perchè il Comitato ha preventivato di utilizzare 400 cannoni sparaneve che dovrebbero poter lavorare anche a temperature "elevate", ma che in un inverno come quello appena trascorso costretto ad annullare alcune gare. Ed ecco che per evitare un clamoroso fallimento i russi hanno stivato 440.000 metri cubi di neve, coprendole con speciali teli, e pur stimando una perdita di 140.000 m3 per il caldo estivo le riserve dovrebbero bastare per ogni esigenza.
Come sempre accade anche il budget complessivo è oggetto di critiche, particolarmente feroci in patria da parte degli oppositori del presidente Vladimir Putin, primo sponsor del progetto. Il leader politico Boris Nemtsov, nato a Sochi ed arrestato nel 2007 e 2010 per la sua opposizione a Putin, ha accusato il presidente di aver "fatto sparire" somme ingentissime destinate ai Giochi. Non solo: il bilancio complessivo è lievitato di cinque volte dal 2007 a oggi, raggiungendo la cifra astronomica di 51 miliardi di dollari, il che farebbe di Sochi 2014 l'Olimpiade più costosa della storia, battendo persino il record di Pechino 2008.
Per fare un paragone, per Torino 2006 il TOROC ha speso circa 1.5 miliardi di euro per l'organizzazione, oltre a 2 miliardi di euro per la realizzazione di tutto le opere, in carico all'Agenzia Torino 2006.
Infine anche il presidente della FIS GianFranco Kasper non ha nascosto i propri dubbi, parlando esplicitamente della possibilità di avere giochi "senza emozioni". Dopo lo straordinario successo di pubblico e di partecipazione di Schladming 2013, seppur evento limitato al solo sci alpino, la preoccupazione principale riguarda proprio il pubblico: data la vicinanza con Cecenia e Daghestan saranno imponenti le misure di sicurezza, tanto da ridurre sempre di più i posti disponibili per i diversi eventi, mentre si sta persino ipotizzando di creare un pass specifico per gli spettatori, che dovranno dunque essere tutti schedati e registrati.