"The show must go on!": il Mondiale nella bufera
di Vittorio Savio
LIVE DA SCHLADMING - "The show must go on!". Mai frase è stata più azzeccata per questo esordio di Mondiale. Alla fine di un'interminabile super-g femminile culminato con la vittoria di Tina Maze, anche la vittima sacrificale, sull'altare degli interessi economici di una federazione internazionale, che fa acqua da tutte le parti, c'è stata: Lindsey Vonn. Dopo ben tredici rinvii e tre ore e mezza di attesa, alla fine si è corsa la prima gara di questo mondiale, ma a quale prezzo: quello di vedere una grande campionessa lasciare in barella con l'elicottero il tracciato di gara, dopo una bruttissima caduta all'atterraggio di un salto che gli potrebbe costare molto in termini anche di carriera, nel giorno della prima medaglia slovena della storia della velocità con Tina Maze.
Dopo 3 ore e mezzo (dalle ore 11 alle ore 14.30) di attesa snervante per le atlete alla partenza abbiamo assistito ad una gara che non ha certo offerto quello spettacolo che un mondiale meriterebbe. Alla fine qualcuno ha pagato sulla pelle li regolamenti scellerati della federazione internazionale, le decisioni di una giuria, pressate da interessi economici, e il tutto non potevano che portare a questo finale. Per cosa poi: per vedere molto del pubblico abbandonare gli spalti (oggi solo 10mila persone....a Soelden in coppa erano 12.000mila) via via che i rinvii di 15 minuti in 15 minuti, avevano già fatto presagire una cancellazione ed una riprogrammazione in altra data.
Ed, invece, gli interessi economici di una federazione internazionale e di una nazione, l'Austria, che non poteva permettere l'onta di vedere iniziare un mondiale con una cancellazione, sono stati più forti.
Anche il Wunder Team esce sconfitto su tutto il fronte quest'oggi, quello organizzativo e sportivo: ha perso nel voler a tutti i costi far correre questa gara, ha perso sul campo con le sue atlete finite tutte fuori dalla zona medaglie. A perdere però alla fine è stato ancora una volta questo sport che non merita di finire ogni volta nella bufera.