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 Miller:"torno in squadra e continuo a sciare"
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balineuve
Pronto Hermann vuoi che ti venda i miei vecchi sci?



Lombardia


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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:07:05   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Ah ...... mi dici per curiosità quanti mm di differenza (su un piede medio) mettono fra tacco e puntale e se oltre che spessorare davanti si spostano anche in avanti col puntale ....
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franz62
Sono Azzurro di Sci




Lombardia


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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:17:45   Permalink al post Invia a franz62 un Messaggio Privato Aggiungi franz62 alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Americani sciata con inversione in assorbimento ed estensione molto ma molto laterale, nel momento in cui "prendi" con la spatola ti conviene avere la caviglia ben "chiusa" ma tanto però..se sei Bode, e poi hai anche la sua forza, con uno spessore sotto la punta ottieni un effetto di carico sulla spatola come se avessi la caviglia ancora più "chiusa", lo sci ti passa sotto come una fionda, più hai spessore e sciancratura (in relazione all'arco di curva che devi fare) e più facile ti riesce il "gioco". C'è una mazza di ingegneristico in 'sto discorso e ci si potrebbe parlare con birra senza che ci siano verità assolute.

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FASSA
Moderatore





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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:20:14   Permalink al post Invia a FASSA un Messaggio Privato Aggiungi FASSA alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
analizza Miller: lui "non" scia, va in altalena. si butta in avanti all'eccesso per dare direzione (quello che fai quando sei a naso avanti in altalena) e poi accellera lavorando sulle code subito dopo aver impostato la traiettoria (quello che fai buttando avanti i piedi in altalena).

capitolo (eterno , ma è bello proprio per questo) rialzi. in primis non son personalmente convinto del gap aerodinamico che menzioni, anche perchè in gs e sl l'aerodinamica conta davvero poco. e non concordo molto nemmeno sul fatto che in gs non serva avere una "spatola così immediata" (cit), che non è comunque una condizione che esclude il "ridurre al massimo gli attriti per uscire forte dalla curva riducendo la velocità il meno possibile" (cit), anzi, entrare subito in curva permette di anticipare tutti i movimenti e quindi anche quello di rilascio della presa di spigolo. tuttavia, come hai ben detto, a noi comuni mortali suona tutto molto strano perchè non abbiamo nè le possibilità nè le capacità per scendere su certe piste in certe condizioni (barrate). in parole povere, la sciata di un atleta di coppa del mondo a soelden noi non la riproduciamo nemmeno al 50% su una pista blu. (ps: guarda il video di albrecht a soelden nel 2008, gira in un fazzoletto...). tornando a bomba, volevo ricollegarmi alla tua frase "le gambe fanno il doppio dello sforzo" : qui stiamo parlando di gara, non del sellaronda la domenica mattina. i carichi di lavoro estivi servono a cosa? sopportare certe piccole variazioni di sforzo per loro è solo questione di abitudine.
un'ultima cosa, se il tuo assetto preferito è meno rialzi sul puntale e più in talloniera, come fai a sfruttare al massimo l'accelerazione a fine curva(premesse ovviamente le tue caratteristiche tecniche, fisiche, variabili condizionali -neve e tracciati-, etc etc etc)?
mi scuso per il mio essere prolisso, ma l'argomento è da libri su libri, e se poi gli interlocutori hanno anche passione per sti aspetti allora il delirio è servito .
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FASSA
Moderatore





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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:24:22   Permalink al post Invia a FASSA un Messaggio Privato Aggiungi FASSA alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
balineuve ha scritto:

Ah ...... mi dici per curiosità quanti mm di differenza (su un piede medio) mettono fra tacco e puntale e se oltre che spessorare davanti si spostano anche in avanti col puntale ....


mentre scrivevo il papirozzo mi son perso questo post, sorry.

generalmente si parla di 1 mm di differenza. gli attacchi, che io abbia visto, son montati normali, ma su questo non ci metterei la firma nè mani su fuochi vari.

Modificato da - FASSA in data 04 ott 2009 18:24:51
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franz62
Sono Azzurro di Sci




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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:27:52   Permalink al post Invia a franz62 un Messaggio Privato Aggiungi franz62 alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Tutti gli Svizzeri girano in fazzoletto, anche Janka..usano i piedi e mi par di veder sciare Rolando Thoeni tanto ormai la discussione è "libera" dico Rolando Thoeni almeno solo Eugenio mi può contraddire..
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balineuve
Pronto Hermann vuoi che ti venda i miei vecchi sci?



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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:47:04   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Rispondo a entrambi ...... io cerco di sciare con inversione in assorbimento ed estensione molto ma molto laterale .... come gli americani ....... secondo me con gli sci moderni si scia così ....... è la sciata più scorrevole e redditizia ...... a patto di non fare errori ....... ma io non facendo gare non ho il problema di stare dentro ....... mi piace l'accelerazione e la fluidità del movimento ....... ovviamente però non ho la sensibilità nè tantomeno la potenze e reattività neuro muscolare di un Miller o Ligety.
Ma le altre scuole di pensiero che dicono ???

Fassa non sei affatto prolisso ...... anzi è molto chiaro quello che dici e i filmati di Janka e Ligety lo confermano ..... su quello di Miller invece non si nota ...... forse perchè come dici tu .... si butta in avanti all'eccesso e sembra che l'assetto dello scarpone sia standard.
Con un assetto di gambetto più inclinato in avanti carichi le code anche stando più avanzato col corpo ........ quindi sfrutti con molto meno sforzo per le gambe l'accelerazione a fine curva ...... inoltre posizioni l'attacco più indietro ...... non capisco il tuo dubbio.

Aerodinamica ..... in SL conta poco o niente, ma in GS qualcosa conta ........ anche pochi decimi possono fare la differenza, ma comunque almeno per quanto mi riguarda il problema non è l'aerodinamica ma i quadricipiti ....... insomma i muscoli delle gambe lavorano il doppio .... perchè appunto per far lavorare la coda devi aprire di più le caviglie e stare molto più rialzato ......

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balineuve
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Inserito il - 04 ott 2009 : 18:52:04   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
FASSA ha scritto:

balineuve ha scritto:

Ah ...... mi dici per curiosità quanti mm di differenza (su un piede medio) mettono fra tacco e puntale e se oltre che spessorare davanti si spostano anche in avanti col puntale ....


mentre scrivevo il papirozzo mi son perso questo post, sorry.

generalmente si parla di 1 mm di differenza. gli attacchi, che io abbia visto, son montati normali, ma su questo non ci metterei la firma nè mani su fuochi vari.
ma 1 mm è niente ........ io uso +5 mm dietro su una scarpa 286 mm .... manco me ne accorgerei di 1 mm di differenza
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franz62
Sono Azzurro di Sci




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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:01:16   Permalink al post Invia a franz62 un Messaggio Privato Aggiungi franz62 alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Trovato un articolo bello su Rolando
" ero il Thoeni piu' forte, con la sfortuna addosso "
le rivalita' tra Gustavo Thoeni e il cugino Rolando

Rolando s' e' perso sui monti d' argento, pero' sa tornare: tornare indietro nel tempo, ai giorni che andavano giu' rapidi in discesa, quando Thoeni era un nome per due. Cosi' come, 17 anni fa, se ne torno' tra queste montagne che luccicano neve, perche' l' avventura agonistica era finita: l' aveva deciso lui, Rolando, e non la sfortuna. E tanto bastava. "Fine anni ' 60? Allora ero sicuro di me, spaccavo il mondo". Lo ripete con quella nenia adenoidea che e' caratteristica dei Thoeni. Quel masticar parole quasi fossero indigeste, e per Gustavo allora lo erano. Prosciugava le frasi, le potava a tal punto che restavano solo gli scheletri: "si' ", "no", "bene", "grazie". Magari voleva dire tante cose, ma si fermava sul limitare delle emozioni. Rolando, no. Stessa voce grassa, ma il piacere di sputare il rospo, di raccontarsi. Oggi come allora. Un ragazzo innamorato della vita, anche se quella gli aveva tirato brutti scherzi, estroverso per necessita' , rimasto solo troppo presto per sfuggire la compagnia e la conversazione. Rolando e Gustavo compagni di classe e di cresima. Di giochi e di sci. Poi cugini rivali. Rolando piu' forte e bravo di Gustavo; Rolando che batte Gustavo nella gare del paese; Rolando che perde da Gustavo nella prima gara vera, lui salta e l' altro vince. Era solo l' inizio della storia, ma la prima pagina . quel prologo ancora infantile . anticipava tutta la trama. Gustavo: una carriera fluida dentro una pista battuta, la classe del campione che ghiaccia le tensioni, tanti successi, neppure un infortunio. Rolando: un' avventura subito impantanata nella neve fresca, ogni vittoria pagata con incidenti seri, una giornata di sole e cento di bufera, tempeste di neve come quella notte del 17 gennaio in cui venne alla luce. "Da giovane ho avuto una vita abbastanza difficile, perche' ho perso mio padre che avevo dieci anni. Mi sono tirato su da solo. Non come Gustavo, figlio unico, col papa' sempre vicino che lo aiutava e lo proteggeva. Io ero l' unico maschio di casa, con la mamma e le tre sorelle. Per un po' ci fu ancora mio nonno, poi se ne ando' anche lui, troppo presto. Io col nonno ci lavoravo, perche' in qualche modo bisognava sopravvivere: lui aveva la licenza della Braulio, cercava le erbe aromatiche in montagna. Allora c' erano questi vecchi meravigliosi che conoscevano le piante e sapevano quali scegliere. E ce ne andavamo per i boschi, lui mi insegnava tanti segreti. D' inverno era lo sci: non solo una tradizione, ma anche la sola cosa da fare a Trafoi. Anche a scuola si andava sciando. "Quando e' morto il nonno ho dovuto badare a me stesso, perche' nessuno ne aveva il tempo. Lo sci divento' una passione ma non c' era chi mi portasse alle gare, che spesso erano prove a numero chiuso: 6 posti agli sciatori altoatesini e 4 a quelli di altre zone. Li' c' erano gli Schmalzl col loro padre, Gustavo col suo. Non mi proteggeva nessuno e io restavo fuori, senza Federico era dura. Federico era mio padre, il piu' forte sciatore di Trafoi, un campione. Nel ' 51, alla Tre giorni gardenese batte' anche Zanni, Rolando Zanni. Ecco da dove viene il mio nome. Erano amici. Della mia vita non rimpiango nulla anche se avrei potuto fare risultati stupendi. Ma adesso basta amarezza. Qui a Solda vivo in pace, ho un bellissimo negozio e tra i miei monti si sta bene". Strana storia quella di Rolando, nato capobanda, ragazzino cacciatore coi fucili abbandonati dai tedeschi e ritrovati nei crepacci di ghiaccio, nato per essere il primo. E obbligato a vivere all' ombra di quell' altro Thoeni, piu' posato, razionale, campione. Quello che anche nel giorno dei rimorsi, sul podio olimpico di Sapporo (argento Gustavo, bronzo Rolando) gli fini' avanti. Quello che persino nei trionfi (i successi di Rolando a Campiglio e Pra Loup) riusci' a scippargli la vetrina: "Eppure il ricordo piu' bello e' di quei giorni: vincendo due volte di fila portai via i punti a Duvillard e regalai la seconda Coppa del Mondo a Gustavo". Quell' ingombrante timido cugino s' era preso anche la sua gloria, ma fa niente... "Ero piu' forte degli altri, e lo sapevo. E anche di Gustavo, ne ero convinto. Ma e' andata cosi' . "Ne scrissero tante su di me, sulla mia sfortuna di atleta, rammentarono perfino che ero nato una notte di tempesta" quando si dice che i folletti . i Kobold . coprono apposta la luna. E quello del ' 51 fu a Trafoi un inverno gonfio di neve. Gustavo nasce 42 giorni dopo, febbraio agli sgoccioli e la primavera imminente, quando la quarantena della cattiva sorte e' finita e quel piccolo sabba di Kobold dispettosi e' sciolto dalle campane del marzo che albeggia. Sembra di ascoltare Una notte sul Monte Calvo, di stare dentro una leggenda montanara di gnomi, folletti e streghe dispettose. Il destino di chiamarsi Thoeni, per via di quei bisnonni fratelli, ciascuno col proprio slalom disegnato. La vita e' uno strano tracciatore: percorsi ritmati, filanti, a volte; oppure spigoli, gomiti, sporgenze come se non aspettasse altro che vederti inforcare. "L' anno dopo le Olimpiadi ero fortissimo, al raduno su dieci prove nove erano mie. E invece mi sono rotto tre volte. Non avevo paura, rischiavo. Il menisco e' uscito in allenamento. A Livigno persi uno sci e caddi male. Nella libera di Schladming l' incidente piu' brutto: mi sono rotto una gamba, triplice frattura. C' era li' un responsabile di pista imbambolato: "Vai a prendermi lo sci, che mi sono spaccato tutto". Quello non capiva. Ho rimesso a posto l' attacco e sono sceso piano fino alla linea d' arrivo con gli sci, in quelle condizioni. E ho detto a Cotelli: "Devi portarmi all' ospedale che ho la gamba rotta". Lui si e' messo a ridere, non ci credeva. E invece..." C' era tutto Rolando in quella follia, il gusto di stupire ma anche la coscienza che il dolore e' un' altra cosa, che quello fisico lo si sopporta e quasi lo si sfida. Quella vitalita' strabordante ancora spunta dai gesti e dai sorrisi di questo quarantenne oggi quasi saggio, che avvita attacchi ci infila scarponi e negli scarponi infila turisti, che si affaccenda attorno al passato e ai ricordi, col suo Schurze blu, come il piu' divertente dei lavori. "Ero il meno altoatesino della squadra. Quando si andava in America a gareggiare, fra tanti biondini io ero quello nero e riccio e mi chiedevano: "Ma tu da dove vieni?". "Dal Sud, dalla Sicilia" rispondevo e invece vivevo piu' a nord di tutti. A me piaceva girare il mondo e l' Italia. Andavo a Torino e Milano nel tempo libero, mentre Gustavo e gli altri restavano chiusi nelle valli. Era il tempo dei Beatles, si portavano i capelli lunghi, e io, finanziere, dovevo tenerli corti. Ma non mi andava perche' tutti capivano la mia eta' , capivano che ero ancora un ragazzo, specie le ragazze. Allora un giorno sono andato dal generale Fausto Musto e gli ho spiegato il problema. Con lui avevo un bel rapporto, sua moglie mi voleva bene, ero il suo pupillo, forse perche' ero solo. Gli ho detto: "Guarda Fausto, con i capelli corti non riesco a fare risultati, con i capelli lunghi mi sento piu' forte. E lui non me li fece tagliare. Ricordo una premiazione a Ponte di Legno: ero tanto capellone che il cappello da finanziere non stava su. "Ero figlio della mia generazione, e tenevo gli occhi spalancati. Ero curioso di ogni cosa. Potevo essere l' atleta di un altro sport, cosi' poco valligiano. Anzi c' e' una storia curiosa a proposito. In Gardena, ai Mondiali nel ' 70, quando non mi fecero correre perche' bisognava lasciare il posto a Senoner e agli altri anziani, vennero a trovarmi il signor Rocco e Rivera, che avevano sentito parlare di me: volevano che andassi a Milanello a fare un provino. "Si' , ero un buon calciatore. A primavera, finite le gare, giocavo e allenavo lo Sluderno, giu' in val Venosta. Siamo saliti dalla Terza categoria alla promozione. Allora niente Milan, ho continuato a fare lo sciatore. Pero' con Rivera siamo rimasti amici. Quando mi sono fatto male, nel ' 72, sono andato ad allenarmi a Milanello. Mi hanno tolto il gesso a Milano un pomeriggio, la sera siamo andati fuori a cena Rivera, Bigon e io, e il giorno dopo giocavo a pallone con loro. Ed erano quasi spaventati: "Non e' possibile, come fai a calciare in quelle condizioni?" Ma io avevo un gran fisico e non sentivo mai male". Oggi Rolando Thoeni e' il tempo ritrovato. "Parto all' alba e rientro prima delle nove: vado sulle tracce del nonno, a funghi, a cercare erbe per i the' e le grappe. A casa mia le medicine non ci sono, mi curo solo con cose naturali. Solda e' un bel posto dove la gente non ha svenduto le tradizioni e venduto la terra come a Bormio, Sestriere o Campiglio. Laggiu' il turista arriva, abita gli appartamenti che ha comprato, lascia solo immondizie, non fa crescere il paese. I soldi hanno dato di testa alla gente, e invece basta ci siano quelli per vivere. A casa ho il mio speck favoloso, il mio formaggio, il mio pane. Sono queste le cose che nella vita non devono mancare. "E poi ce n' e' un' altra: sapersi divertire. Ho preso in mano lo sci club di qui, lavoro coi bambini di 8 e 10 anni. Non cerco campioni, voglio che lo prendano come un gioco. Mi chiedono di fare "paletti", di gareggiare, ma io spiego loro che e' bello scegliere ciascuno la propria pista". Piccola rivincita: insegnare che nella vita si puo' essere benissimo Rolando e non Gustavo. E che, anzi, il mondo e' pieno di Rolandi, perche' spesso la pista va all' insu' e gli skilift sono rarissimi. Amavo i Beatles chiesi al generale di poter tenere i capelli lunghi E lui acconsenti' Ero un buon calciatore Rocco e Rivera mi invitarono a Milanello

Fiumi Cesar
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eugenio
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Trentino


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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:02:05   Permalink al post Invia a eugenio un Messaggio Privato Aggiungi eugenio alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
non mi pronuncio su Rolly Thoeni, così a tutti resterà il dubbio se Franz ha ragione o no.
Mi pronuncio invece sull'aerodinamica, perchè è vero che in GS conta, ma solo quando vai dritto o quasi... quando sei in curva (quel tipo di curva per cui vale la pena di parlare di tecnica) stare più alto o più basso è quasi ininfluente rispetto al vantaggio che ti da una posizione più rialzata nei momenti in cui ce n'è bisogno...
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balineuve
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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:25:36   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Bell'articolo ......... che conferma quello che già pensavo di Gustavo ...

Eugenio quello che dici è sacrosanto ........ specifico però che non ci siamo intesi ........ per più rialzato intendo il contrario di più schiacciato ...... a partire dalla caviglia ed A PARITA' DI POSIZIONE DEL BARICENTRO rispetto allo sci ...... quindi anche sul ripido e angolato ed in controllo della direzione ........ non ha niente a che fare col cambiamento di postura fra tratti ripidi/angolati e più piani e filanti ........

gambetto più inclinato = tibia mediamente più inclinata in avanti e conseguentemente busto più avanzato = più schiacciato = meno sforzo di quadricipiti in uscita di curva

gambetto meno inclinato = tibia mediamente meno inclinata in avanti e conseguentemente busto più eretto = più rialzato = più sforzo di quadricipiti in uscita di curva
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balineuve
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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:43:56   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Ho appena letto l'articolo di Ulisse ....... oltre all'inesattezza sull'effetto della forza centrifuga sullo scitore (nel suo sistema di riferimento non inerziale) è infarcito di imprecisioni e anche qualche fesseria specialmente qundo sposta il discorso dalle leggi fisiche della dinamica allo sci ....... poi ho capito perchè ........ è fatto da uno studente
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balineuve
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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:45:32   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
L'ho riletto ..... è proprio pieno di cazz.........
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FASSA
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Inserito il - 04 ott 2009 : 19:59:26   Permalink al post Invia a FASSA un Messaggio Privato Aggiungi FASSA alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
balineuve ha scritto:

gambetto più inclinato = tibia mediamente più inclinata in avanti e conseguentemente busto più avanzato = più schiacciato = meno sforzo di quadricipiti in uscita di curva



occhio che a tutto c'è un limite...
un gambetto eccessivamente inclinato blocca la caviglia e allora adios ad una sciata come Dio comanda.
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balineuve
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Inserito il - 04 ott 2009 : 20:03:17   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
A parte che la mia caviglia e molto sciolta in estensione in avanti, se spessori il tallone ottieni proprio di inclinare di più la tibia senza chiudere l'articolazione della caviglia, perchè ottieni questa inclinazione a partire dalla pianta ......

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FASSA
Moderatore





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Inserito il - 04 ott 2009 : 20:03:43   Permalink al post Invia a FASSA un Messaggio Privato Aggiungi FASSA alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
balineuve ha scritto:

FASSA ha scritto:

balineuve ha scritto:

Ah ...... mi dici per curiosità quanti mm di differenza (su un piede medio) mettono fra tacco e puntale e se oltre che spessorare davanti si spostano anche in avanti col puntale ....


mentre scrivevo il papirozzo mi son perso questo post, sorry.

generalmente si parla di 1 mm di differenza. gli attacchi, che io abbia visto, son montati normali, ma su questo non ci metterei la firma nè mani su fuochi vari.
ma 1 mm è niente ........ io uso +5 mm dietro su una scarpa 286 mm .... manco me ne accorgerei di 1 mm di differenza


5mm?!?!?!?!?!?!!?
è T-A-N-T-I-S-S-I-M-O .... per me 2 son già quasi troppi...
ora capisco perchè parli di aerodinamica...

curiosità: davanti quanti mm monti? so che esistono viti per rialzi composti fino a 5-6-7mm, ma (esempio) se tu monti 3 dananti e di conseguenza 8 dietro occhio a non perdere per strada gli attacchi...
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