Saslong, atto II: solo Walchhofer meglio di Cuche di Luca Perenzoni
L'ottavo tentativo è stato quello buono: dopo ben 4 secondi posti, Michael Walchhofer è riuscito a mettere la propria firma sulla Saslong, scegliendo proprio l'edizione numero 40 della discesa gardenese per vincere a Selva di Valgardena al termine di una gara avvincente, esattamente come il super-g di ieri. Le condizioni meteo hanno decisamente contribuito a regalare due grandi giornate di gara su una pista preparata al meglio e capace di esaltare le azioni degli uomini-jet. Sulla Saslong non sono tanto i curvoni a fare la differenza, quanto gli innumerevoli avvallamenti del terreno, le gobbe di una pista nervosa come nessun'altra se si esclude il tratto iniziale di puro scivolamento, proprio per questo tanto caro a Walchhofer. Il trentaduenne austriaco si è presentato dopo una trentina di secondi con già cinque decimi di vantaggio su un Cuche che sembrava aver letteralmente ammazzato la gara. Un margine che l'aquilotto del Wunderteam è riuscito a gestire anche nel cuore del tracciato dolomitico, proprio sui saliscendi del Ciaslat domati alla grande dalla potenza di Cuche e dall'agilità di Erik Guay, impressionante in certi frangenti e fermatosi solo ai piedi del podio, scalzato dal meritato terzo gradino da un impavido Scott Macartney, sorpresissima di giornata e capace di salvare il bilancio Usa che fino a quel momento contava sul solito Miller sciupone e su un Nyman (vincitore su queste nevi 12 mesi fa) caduto a pelle di leone in fase di spinta.
La chiave di volta per il successo è stata quindi la parte alta che ha riproposto (come già la Birds of Prey) il vero Michael Walchhofer, quello degli anni migliori, quello che seppe salire sul trono mondiale e che ora sembra intenzionato a rivestire i panni del dominatore. Ed alle sue spalle ecco Didier Cuche: vincitore ieri, secondo oggi e nuovo leader della classifica generale in attesa della risposta di Benni Raich sulla Gran Risa. Poi Macartney, Guay, un redivivo Hoffman e Osborne-Paradis, Miller ottavo.
Non sono arrivati risultati eclatanti da parte degli azzurri: le maggiori attese erano riposte su Kurt Sulzenbacher che però non è andato oltre ad un onesto 14imo posto, poco davanti rispetto a Peter Fill, sedicesimo e sempre più insicuro nel rapporto con i suoi materiali, in un matrimonio che sembra attraversare una crisi davvero profonda e rischia di minare il morale e la fiducia di un ragazzo che solo dodici mesi fa dimostrava di saper reggere il passo dei migliori su tutti i pendii. Uno scalino dietro a Pietro troviamo Werner Heel, partito tra i primi ed autore di una gara concreta che in fondo rappresenta un nuovo importante piccolo passo nella sua crescita continua. Questi i tre azzurri a punti, dal momento che Patrick Staudacher e Stefan Thanei si sono fermati proprio a ridosso dei primi trenta, con Innerhofer, Girardi e Fischnaller leggermente più staccati.
Due giorni di sole e sci, di velocità e spettacolo: la Val Gardena è tutto questo, ma il fine settimana "made in Sudtirol" è giunto solo a metà del suo programma. Ora i riflettori si spostano sulla vicina Val Badia, al di là del Passo Gardena per altri due giorni che promettono competizioni mozzafiato.
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